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Aggiornamento: 09.12.2022

Foto e cartoline d'altri tempi

Castel Guelfo (BO) primi anni '60

Questo furgoncino aveva il paraurti, forse un accessorio after market?

A sinistra William Gubellini da Bologna all' età di circa 5-6 anni e  la sorella Valeria davanti alla Lancia Ardea 4a serie del papà Gastone.

Comprata usata. All'interno aveva montato un sistema di riscaldamento rudimentale fai da te ottenuto semplicemente deviando i condotti del radiatore; un tanto per dare un minimo di sollievo durante le stagioni fredde.

 

L'Ardea della nonna di Hermann
il nostro socio da Vienna


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Anni 50: Stefano da Como

vicino all'Ardea del papà

Torino anni 50

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Con le galline nel cortile

 

Si riconosce dalle finestre: villa Beldosso a Carate Brianza, la sede del Registro Storico Lancia, oggi e negli anni 50.

L'Ardea promiscuetta carrozzata Riva di Merate (LC) apparteneva a Guido Lamperti, da sempre stimatissimo Conservatore del Registro Storico Lancia.

 

Varie

 

Il segno della Guerra

Dintorni di Varese

 

Quando il "gratta e sosta" non era stato ancora inventato!

 

Una Moto col motore dell'Ardea

 

  Mustar Ariel MK II 1960  

 

 

Aermacchi MB308

Che relazione c'è tra questo bellissimo aereo da turismo e l'Ardea?

Molto semplice, l'impianto frenante è lo stesso!

Il velivolo è un Aermacchi MB308 del 1948 ed è stato restaurato da Andrea Rossetto, per maggiori informazioni www.hag-italy.it

Click sulle foto per ingrandirle.

 

 

Essere predestinati!

 

Nel catalogo parti ricambio della Ardea prima serie a pagina 156 prima edizione Aprile 1940, il motto telegrafico per la "guida superiore asta sospensione anteriore" è:

Aleotti

Lo stesso si ritrova nella VI edizione del Maggio 1951 a pag. 302 e sempre riferito alla tav. 39, particolare n. 17 corrispondente a 250 73041.

Il destino di essere Fondatore e Presidente dell'Ardea Club e del Registro Ardea era già scritto fin dalla nascita dell'Ardea!

 

 

 

Personaggi illustri

Era molto apprezzata da notai, avvocati, farmacisti, medici

e alcuni personaggi famosi l'hanno posseduta

Vincenzo Lancia

Adele e Gianni Lancia

 

 

Gino Bartali (click sulle foto per ingrandire)

Questa 2a serie targata Firenze è appartenuta nientemeno che a Gino Bartali, il grande corridore.

"Il campione Fiorentino aveva una autentica passione per le belle auto" ed è proprio il caso di dirlo!

L'immagine lo ritrae con la moglie Adriana, la vettura è sicuramente una seconda serie, la targa infatti è del 1946.

Impossibile riconoscerne il colore ma potrebbe essere marrone o verde.

Si noti l'antenna dell'autoradio, applicata nelle feritoie della fiancata evitando così di forare la carrozzeria

 

 
Ardea prima serie 1940 - Guido Morselli
Guido Morselli, scrittore di Gavirate (VA) autore di numerosi saggi, racconti, romanzi, commedie, quasi tutti pubblicati postumi (click sulle foto per ingrandire).

 

 

Enzo Ferrari aveva posseduto un' Ardea.

Si fermava sempre al ristorante Ubersetto di Formigine (MO), a pochi chilometri dalla fabbrica di Maranello  parcheggiandovi la fiammante Ardea.

Siamo circa nel '43 e aveva appena traslocato lo stabilimento da Modena a Maranello.

La prima 166 Inter venne disegnata da Carlo Felice Bianchi Anderloni  fondatore della carrozzeria Touring. Anderloni, ispirato dalla piccola ma spaziosa Ardea di Enzo Ferrari, la prese come modello per le dimensioni dell'abitacolo della 166. (click sulle foto per ingrandire)

 

 

Ardea e cinema


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Ardea è un nome di donna

La signora Ardea da Trieste scrive:

 

Da: Ardea B.

Inviato: giovedì 22 settembre 2011 21:37

A: info@lancia-ardea.it

Oggetto: Ardea

 

Gentile Sig. Aleotti,

ho scoperto per caso il sito della Lancia Ardea e curiosando ho letto pure che Ardea era un nome femminile del passato. A riprova ho letto il necrologio ingiallito in cui si annunciava la morte di una signora Ardea. Io abito a Trieste, mi chiamo Ardea e conosco o comunque so dell'esistenza nella mia città di perlomeno altre 5 signore che portano questo nome. E' vero, siamo in estinzione, anche perché siamo tutte sulla sessantina, ma non siamo ancora estinte. Nel caso del nome femminile, esso viene pronunciato, perlomeno nella nostra zona, Ardéa, cioè con l'accento sulla seconda sillaba. Nella stessa maniera pronunciamo anche il modello della Lancia. Vedo invece dal logo che la pronuncia esatta è: Àrdea. Immagino comunque conosca anche la città laziale che porta lo stesso nome, città che fu la capitale dei Rutuli, antico popolo preromano citato anche nell'Eneide. Avete mai fatto un raduno Ardea in Ardea?  Comunque complimenti per il suo sito.   Ardea P. B.

 

PS: mi ha dato l'idea per una ricerca delle persone che portano questo nome in tutt'Italia!

Ci conteremo come si fa con gli animali in via d'estinzione!

Per quest'altra signora, purtroppo il nome è un necrologio a testimoniarlo

 

 

Àrdea

La città laziale non solo ha dato il nome alla vettura ma è stata il punto di arrivo per i collaudi

che si svolsero infatti tra Torino e Ardea su strade praticamente sterrate.

 

Ardea, antica capitale dei Rutuli, è un comune italiano di 39.170 abitanti (demo.istat.it 31/12/2007) della provincia di Roma.

Ardea sorge su una rocca tufacea, in vista delle propaggini occidentali dei Colli Albani, dalla quale domina la zona circostante; il comune è inserito nell'Agro Romano e si estende a sud di Pomezia, con ai lati la veduta dei Castelli romani e del Mar Tirreno, confinando a sud con il comune di Aprilia.

Le origini mitiche

Il mito ha elaborato varie versioni sulle vicende della fondazione della città di Ardea, legate al racconto dello sbarco di Enea sulle coste del Lazio e quindi alla nascita di Roma. Una prima leggenda, riportata da Dionigi di Alicarnasso, fa risalire la fondazione della città ad Ardeas, figlio di Odisseo e Circe. Una diversa versione lega le origini di Ardea, nel XV secolo a.C. a Danae, figlia del re di Argo, che dopo la nascita di Perseo da Zeus, sarebbe giunta sulle coste laziali e avrebbe sposato il rutulo Pilumno. Insieme decisero di fondare una nuova città: il luogo fu scelto in corrispondenza di una ripida rupe tufacea, scoperta risalendo il fiume Incastro su una piccola imbarcazione. Ovidio riferisce l'origine del nome di Ardea all'alzarsi in volo di un airone cenerino (ardea cinerea) dopo l'incendio e la distruzione della città ad opera di Enea, vittorioso sul re rutulo Turno, figlio di Dauno, che a sua volta era figlio di Danae e di Pilumno.

Rutuli e Romani
A più riprese gli Ardeati furono alleati o nemici di Roma, nell'ambito delle vicende della Lega Latina: un primo attacco sotto Tarquinio il Superbo, di cui parla Tito Livio, sembra non avesse avuto successo, e poco dopo, nel primo trattato tra Roma e Cartagine del 509 a.C., la città era riportata tra gli alleati dei Romani. Nel corso del V secolo a.C. la vita cittadina fu dominata dalla contesa contro i Volsci e nel IV i Galli, dopo aver saccheggiato Roma, si rivolsero contro Ardea e la assediarono, senza successo; furono anzi gli Ardeati, guidati da Furio Camillo, in esilio nella città, che dopo aver respinto l'assedio, marciarono verso Roma e la liberarono dall'occupazione gallica.
Nel secondo trattato romano-cartaginese del 348 a.C., Ardea è nuovamente nominata tra le città alleate dei Romani. A quest'epoca risale il rifacimento delle mura di cinta: il precedente triplice recinto difensivo venne sostituito da mura in opera quadrata, di cui si conservano alcuni resti, che cingevano i pianori dell'Acropoli e della Civitavecchia. Tuttavia, durante la seconda guerra punica, Ardea fu una delle dodici colonie che rifiutarono ai Romani gli aiuti militari. Dopo la sconfitta cataginese, i Romani si rivolsero contro le città ribelli della Lega Latina sconfiggendole, e le privarono dell'autonomia.
Tra il III e il II secolo a.C. Ardea decadde, probabilmente soprattutto per la crisi economica dei centri laziali, le cui risorse si erano prosciugate nelle guerre puniche e nella successiva guerra contro i Sanniti. La città era quasi completamente in abbandono entro l'età imperiale romana, sebbene resti di abitato sopravvivessero fino al V secolo, mentre delle grandi ville furono costruire lungo la via in direzione del mare.

Medioevo ed età moderna
La città, sopravvissuta probabilmente come piccolo luogo fortificato, riprese a crescere solo dal IX secolo, in seguito al progressivo spopolamento delle domus cultae, piccoli centri agricoli fondati dai papi nelle campagne per la coltivazione e la bonifica, e alle necessità di difesa contro i Saraceni.
Ardea ospitò nel 1118 papa Gelasio II in fuga da Roma per sfuggire all'imperatore Enrico V che pretendeva la conferma dei privilegi concessigli nel 1111 dal suo precedessore, il papa Pasquale II, e l'incoronazione in San Pietro.
Nel 1130 l'antipapa Anacleto II attribuì la civitas Ardeae ai monaci benedettini della Basilica di San Paolo fuori le mura. Successivamente il controllo feudale della città fu oggetto di aspre contese tra le famiglie nobiliari romane. Nel 1419 papa Martino V diede la città ai propri familiari, i Colonna. Il feudo passò successivamente ad altre famiglie papali: dai Borgia tornò ai Colonna, finché nel 1564 venne venduto ai Cesarini. In questo periodo la città visse essenzialmente come borgo agricolo, seguendo le sorti delle famiglie che di volta in volta la governavano.
Nel 1816 a causa dell'esiguo numero di abitanti, la città divenne una frazione di Genzano di Roma e il borgo, alla vigilia della bonifica integrale pontina, risultava disabitato. A partire dal 1932 l'area circostante fu oggetto di lavori di bonifica idraulica, regimentazione delle acque e appoderamento, curati dall'ONC e dai consorzi di bonifica, cui seguì il ripopolamento controllato del centro e delle campagne circostanti. Il borgo fu praticamente "ri-fondato", ristrutturandone i resti, e divenne parte del comune di Pomezia fin dall'atto della sua costituzione.
Nel 1970 Ardea tornò ad essere comune autonomo. (Fonte Wikipedia).

Geografia  e clima

L'origine geologica di quest'area si deve prima all'emersione dal mare del terreno, caratterizzato da lagune e paludi, e quindi dal deposito di consistenti strati di tufi e pozzolane di origine vulcanica in seguito alle eruzioni del cosiddetto Vulcano Laziale. Raffreddandosi il materiale vulcanico si era spaccato, costituendo profonde e strette gole, che si addolciscono mano a mano che si procede verso sud.

La costa, formata da lunghe spiagge sabbiose, era caratterizzata dalla presenza di dune conservatesi, oramai, solo in alcuni tratti.

Il clima di Ardea è compreso nella regione climatica "Tirrenica meridionale", che risente fortemente dall'influenza del mar Tirreno, la cui distanza massima dall'estremo confine del Comune è di circa dodici chilometri. Il clima è caratterizzato da estati molto calde rinfrescate da venti termici provenienti dal mare, da forti piogge autunnali e primaverili e dalla presenza di correnti umide soprattutto durante l'inverno.

Preistoria e protostoria
Il territorio di Ardea era già frequentato nel Paleolitico e sono state rinvenute tombe dell'età del rame, con sepolture in posizione rannicchiata, risalenti agli inizi del II millennio a.C..
Nell'età del ferro dei villaggi di capanne si erano insediati sui tre pianori sui quali sorge ancora oggi la città (Civitavecchia, Acropoli e Casalazzara), dove sono state rinvenute le tracce dei fori di palo delle capanne e una necropoli a "Monte della Noce", sul pianoro della Civitavecchia, con tombe a fossa infantili e una tomba principesca femminile dell'VIII secolo a.C., con ricco corredo.
Plinio riporta il popolo dei Rutuli, a cui appartenevano anche i centri di Antium, Satricum e Lavinium, come uno dei più antichi popoli del Latium vetus. Ardea, nata come agglomerato essenzialmente agricolo, si sviluppo tuttavia soprattutto grazie agli scambi commerciali, favoriti dalla posizione della città, compresa tra Latini, Volsci ed Etruschi e dotata di un porto-canale alla foce del fiume Incastro (Castrum Inui). Nei secoli dall'VIII al VI fu uno dei centri più importanti del Lazio meridionale, con un ricco artigianato e oggetti importati anche da regioni lontane.
La città arrivò al suo periodo di massimo sviluppo durante nel VII secolo a.C. e furono occupati da edifici religiosi e civili l'Acropoli e la Civitavecchia. Era particolarmente rinomata per la produzione di armi e di oggetti ornamentali.

Le immagini

Mura e porta della città

Interno della città vecchia

Interno della città vecchia

La piazza

Le mura

Le mura

 

 

Ardee (Irlanda)

 

Esiste poi una specie di volatile che si chiama Ardea cinerea ovvero Airone cenerino

Descrizione

L'Airone cenerino (Ardea cinerea, Linnaeus 1758), è una specie appartenente all'ordine dei Ciconiiformes e alla famiglia degli Ardeidi.
L'Airone cenerino ha 4 sottospecie :
Ardea cinerea cinerea
Ardea cinerea firasa
Ardea cinerea jouyi
Ardea cinerea monicae

Aspetto
Airone di grandi dimensioni ha il piumaggio di colore grigio sulla parte superiore e bianco in quella inferiore. Le zampe e il becco sono gialli. L'adulto ha piume nere sul collo e un ciuffo nucale nero molto evidente che si diparte dalla sommità posteriore e superiore dell'occhio. Nei govani domina il colore grigio. Come tutti gli aironi vola tenendo il collo ripiegato ad esse.
 

Distribuzione
Diffuso in Pianura Padana soprattutto lungo i fiumi e nella zona della Lombardia e del Piemonte dove è dominante la risaia. Presente anche nel basso Veneto ed in Toscana, lungo le sponde dell'Arno e nella alta valle del Velino. Abbondante anche lungo il Tevere e i suoi affluenti. La presenza dell’Airone cenerino è segnalata altresì nel bacino del Misa (Marche centrali) ma si nutrono dubbi sulla nidificazione in questo sito. Gregario, nidifica in colonie denominate garzaie insieme ad altre specie di Ardeidi. Oltre all'Italia, l'airone cenerino è presente nel resto d'Europa, in Asia e in Africa escluse le zone artiche e i deserti.

Biologia
Non essendo migratore inizia a costruire il nido già da febbraio. Le uova, deposte dalla metà di marzo, sono 4 - 5 per nido e la cova dura circa 25 giorni. I giovani sono nutriti nel nido per circa 50 giorni. L'Airone cenerino si nutre di pesci, rane, girini, bisce d'acqua e invertebrati, in minor misura anche di piccoli mammiferi.Stato di conservazione [modifica]
L'Airone cenerino è minacciato dalla caccia e dall'inquinamento delle acque dovuti a scarichi fognari abusivi.

 

(fonte Wikipedia)